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Non ci sono spettacoli legati a questo evento.

Milano Via Padova

70 min

Genere: Documentario

Lingua: Italiano

Regia: Antonio Rezza Flavia Mastrella

Tutto comincia con una semplice domanda posta agli abitanti di Via Padova, a Milano: “Lei ospiterebbe a casa sua un extracomunitario? In un angolo o in salotto; tanto non dà fastidio, si mette in un cantuccio e la guarda, si mantiene da solo”. Le risposte, a tratti di frasi fatte, in altri momenti scoordinate con l’aspetto e l’esperienza dell’intervistato, rendono metafisico lo squilibrio sociale. La mancanza di organizzazione determina la tensione tra gli abitanti che non riescono a comunicare; gli stranieri non sanno l’italiano e gli italiani non conoscono l’inglese.

Il razzismo è l’uomo che si sopravvaluta e che trova il tempo di scorgere irrisorie diversità sommerse dall’omologazione che dilaga. Gli stranieri, infatti, vogliono quello che vogliono gli italiani, il lavoro, una casa, i diritti. Noi, come loro, restiamo aggrappati all’infamia utopica della vita civile che ci incatena a una contingenza che crea fossati di intolleranza. Chi ci obbliga al vivere civile ci impone l’intolleranza sociale. Siamo razzisti su suggerimento dell’istituzione. Siamo razzisti programmati dalle nuove tecniche di persuasione collettiva, i mass media. E gli stranieri si adeguano sviluppando un razzismo parallelo foraggiato dalla vita che scorre.

70 min

Genere: Documentario

Lingua: Italiano

Regia: Antonio Rezza Flavia Mastrella

Tutto comincia con una semplice domanda posta agli abitanti di Via Padova, a Milano: “Lei ospiterebbe a casa sua un extracomunitario? In un angolo o in salotto; tanto non dà fastidio, si mette in un cantuccio e la guarda, si mantiene da solo”. Le risposte, a tratti di frasi fatte, in altri momenti scoordinate con l’aspetto e l’esperienza dell’intervistato, rendono metafisico lo squilibrio sociale. La mancanza di organizzazione determina la tensione tra gli abitanti che non riescono a comunicare; gli stranieri non sanno l’italiano e gli italiani non conoscono l’inglese.

Il razzismo è l’uomo che si sopravvaluta e che trova il tempo di scorgere irrisorie diversità sommerse dall’omologazione che dilaga. Gli stranieri, infatti, vogliono quello che vogliono gli italiani, il lavoro, una casa, i diritti. Noi, come loro, restiamo aggrappati all’infamia utopica della vita civile che ci incatena a una contingenza che crea fossati di intolleranza. Chi ci obbliga al vivere civile ci impone l’intolleranza sociale. Siamo razzisti su suggerimento dell’istituzione. Siamo razzisti programmati dalle nuove tecniche di persuasione collettiva, i mass media. E gli stranieri si adeguano sviluppando un razzismo parallelo foraggiato dalla vita che scorre.
KINODROMO@EUROPA CINEMA
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